Taiga - Nel Pieno della Siberia Orientale



Questo mio scritto vuole essere un insieme armonico di appunti e riflessioni lavorando nella Siberia Orientale : la Taiga.


In questo articolo parlo della Taiga in quanto la citta’ di Jakutsk e la Repubblica di Jakutya (di cui parlo nello specifico) ne sono tra i maggiori rappresentanti. La Russia e’ estremamente grande , quasi 12 fasce orarie , dai ridossi del Polo Nord ai confini di Cina , Mongolia , Kazahstan . Capisco che dopo esser stato (per lavoro) due volte (Luglio-Agosto 1996 e Agosto-Ottobre 1997) per 40 giorni per lo piu’ nella Capitale (Jakutsk) della Repubblica Autonoma di Sakha (Jakutya) , estesa come 8 France (o due Europe – Russia Europea esclusa naturalmente-) , asserire di essere stato nella Taiga (che va che va aldila’ della Jakutya) e’ riduttivo , ma se non faccio cosi’ , finisco per sentirmi non di aver visto niente (per conoscere tutta la Russia, non bastano due vite). Non so se bisogna esser rigorosi o arbitrariamente convenzionali. Se si e’ rigorosi , la Repubblica Autonoma di Sakha , si sospinge fin piu’ a nord della Taiga e sfiora il Circolo Polare Artico , ma e’ identificabile come zona della Taiga. Jakutsk e’ nella Siberia Orientale . Parlare di Siberia pure (a mio personale avviso) e’ convenzione (spesso identificata come zona di lavori forzati). Rimane tale per questioni storico-geografiche. Non ha confini netti , non e’ ne una Repubblica Autonoma ne’ una zona climatica unica. E’ identificabilissima (reciprocamente) con la Jakutya , ma non dimentichaimoci che e’ la Siberia Orientale e si estende fino alla Tundra. La Siberia Occidentale e’ nella zona che va dai fiumi Ob ed Jenissey e si spinge fino agli Urali. Anche qui’ vai fin nella Tundra.


Nel 2003 capitai (sempre per lavoro) nella Provincia di Tyumen (‘estremo meridione’) , e io stavo nel 67’ parallelo (piena Tundra). La Tundra –daltronde- va fin a Murmansk (zona inequivocabilmente Europea dove non vi e’ ‘odor di Siberia’).
Jakutsk e’ a 6 ore di viaggio (e a 6 fusi orai) da Mosca (‘un quarto del Globo’) tant’e’ che per abbreviare l’aereo fa la rotta polare. Viaggiai ai bordi (ma nenache tanto ai bordi in quanto l’oblo’ dava verso sud e vedevo il ghiaccio bianco ed il ‘niente’ polare) del Circolo Polare Artico.


Io non sono digiuno della Russia , dall’eta’ di un anno che mi recavo qui’ , poi venivo spesso e fermandomi a lungo e poi mi trasferii qui’. Malgrado questo non la conosco ancora abbastanza bene , un territorio piu’ e’ esteso e meno e’ conosciuto, ma posso essere considerato un “esperto” rispetto a chi (Occidentale) la Russia l’ha vista solo sulla De Agostini.
Sin dai tempi dell’ Unione Sovietica , la Russia era la Russia (quella che oggi e’ l’ex-Urss) ed i Russi sono tutti i popoli che ivi si trovano. Nella fattispecie, dalla gente residente in Europa Occidentale , tutti venivano identificati come Russi , sia i Russi , che i Moldovani (popolo di origine e lingua neo-latina) immigrati da tempi immemorabili (quando c’era l’Urss) , che gli ‘indigeni’. Circa l’origine degli Indigeni ce ne sarebbe da parlare molto. Ad occhio e croce hanno l’aspetto somatico del popolo Asiatico. Si ritiene che il primo venuto da queste parti (impensabile che con inverni a -60*C fosse l’habitat naturale di qualsivoglia essere umano) fosse uno che certo, non si distingueva per uno che avesse spassionato amore verso la vita monotona , quale che il clima sia stato nel loro paese d’origine , era senz’altro piu’ caldo che in codesti siti. Qui’ siamo vicino il ‘Polo Nord del Freddo’ , Verkhojansk (sui monti) stiamo sui -70*C.


Notate una cosa , Mosca (dove fa molto meno freddo che a Jakutsk) sta al 55’ parallelo , mentre Jakutsk sta ‘appena’ al 62’. Cosa fa la differenza del clima (specie l’ Inverno) ? il fatto che ci spostiamo ad est di un quarto di globo.
Prima cosa , Mosca (anche se poco) ma molto di piu di Jakutsk risente della Corrente del Golfo.
In Secondo Luogo , se a Mosca c’e’ un clima Continentale , a Jakutsk c’e’ un clima Continentale al quadrato.
Il clima , nel raffreddarsi , talvolta risente di piu’ dello spostamento a est che dello spostamento a nord. Prova ne e’ che Pietroburgo (di parallelo meno distante di Mosca da Jakutsk) ha un inverno a volte piu’ freddo , a volte meno freddo di Mosca , ma un inverno equivalente.
Per non parlare di Arkhangelsk (nella quale provincia , spingendosi a nord si arriva alla ‘Tundra Boschiva’ -spartiacque tra la Tundra e la Taiga-) , che sta al 70’ parallelo , ha un inverno freddissimo , ma meno rigido di quello di Jalutsk. E questo perche’ Arhangelsk si trova a ridosso della Scandinavia.
Quindi , Tundra e Taiga , si distinguono piu’ per il tipo di vegetazione , che per il parallelo o per il ‘cellhodurismo’ o il ‘cellhopiulunghismo’ dei rispettivi climi (di due rispettivi siti presi a caso) e dei relativi Inverni nella loro rigidezza.


Una prima sorpresa (non per me , almen questo lo sapevo) e’ di trovare il caldo d’estate. L’estate tocca + 50. Siamo nel non plus ultra del clima continentale. Io lavoravo nei cantieri con gli elettricisti, ed invidiavo chi lavorava alle facciate degli edifici in costruzione , sotto un Sole abbronzante come solo in questi paralleli sa essere, altro che Haway ! Non scherzo ! Questa terra e’ affetta da fortissime escursioni termiche (80, 90 , 100 , 120 gradi) con tutto cio’ che comporta. Ma fino a 3-4 metri sotto il suolo e’ gelo eterno ! Il suolo e’ spaccareni , e mettersi seduto per terra vuol dire mettere una croce alla propria buona salute. Tutti gli edifici sono costruiti su delle palafitte , sollevati circa un metro da terra (metro che si riduce mano mano che i sedimenti invernali non riempiono quasi tutta la lacuna dello spazio , questo per evitare l’effetto conduttore di freddo da parte del suolo). Per questo gli Jakutyani (per scherzo) si sentono dei ‘Veneziani’.
Un po’ come per quelle combinazioni fonetiche ‘sept’ , in uno dei loro idiomi (qui’ vi sono piu’ lingue e razze), come in Francese, indica lo stesso numero cardinale “7” , e li fa sentire (sempre per scherzo) imparentati coi Francesi.


Le tubature (tutte) , del gas , elettriche , dell’acqua , e varie canalizzazioni sono sollevate dal suolo per via del ‘gelo permanente’ che va dai circa 3 ai circa 10 metri sotto terra. Ovunque uno si sposta e’ accompagnato da queste tubature tetre e grige e ben portette ed ogni tanto amano rompersi con i vari effetti che cio’ comporta. D’estate mi e’ capitato di vivere la siccita’ vera e propria in quanto , per effetto del caldo l’acqua non c’era neanche nel palazzo presidenziale. Questa tortura duro’ per fortuna solo 2-3 giorni , ma mi basto’ per capire che nella vita inseguiamo vari valori sacri e profani , religiosi , ideologie politiche , cerchiamo l’ Amore con la “A” majuscola , ma ci dimeniamo ad inseguire il nostro equilibrio interiore. Tutto lodevole ! Ma senza acqua siamo esseri viventi senza futuro. Potremmo citare la parabola seguente, se ci svegliassimo un una stanza con della bella carta da parati gialla , con un lampadario di cristallo che ci illumina , su di un caldo letto comodo, ma la stanza non ha ne porte ne finestre , stiamo bene ma abbiamo le ore contate ed e’ terrificante , anche se condividessimo l’avventura con una dolcissima meta’.


Le strade sono piu’ che dissestate data l’escursione climatica , vi sono molte fogne o rivoli di fiumiciattoli a cielo aperto. Le case cadono a pezzi , molte sono case di legno sprovviste di bagno (anche a -50*C la gente attraversa la strada per andare al bagno pubblico). Un mio amico che abita a ridosso della Svizzera , vide queste case di legno dissestate , disse che gli sembrava di essere a Sarajevo !
D’inverno gela , verso Aprile comincia a sciogliersi il ghiaccio ed il fiume simbolo di questa zona , la Lena , (sulla cui superficie d’inverno si forma un superstrato di ghiaccio da consentire di essere attraversata da tir pesantissimi) , a primavera , con lo scioglimento dei ghiacci , invade il terreno asciutto e si allarga fino a 10 Km. Impensabile fare dei ponti sia stradali che ferroviari su questo fiume. L’Europa e’ tagliata fuori da questa zona (ed e’ reciproco) , la nave (ai tempi di internet) non e’ il massimo dell’attualita’ (ai fini di uno scambio rapido e flessibile di merci e anche di informazioni) e la ferrovia arriva ad Irkutsk (circa 1.000 Km di distanza). Da sud vengono i mercanti cinesi e poi (per quel che riguarda il commercio con l’Europa) ci sono gli aerei. Questo fa di Jakutsk la citta’ tra le piu’ care del mondo (piu’ cara pure di Mosca). Tranne forse per prodotti ‘indigeni’ quali i semi di girasole e i vari tipi di bacche e frutti di bosco, il prezzo del resto e’ maggiorato dal coefficente logistico. Malgrado sia una regione con miniere di diamanti , di soldi ne circolano ma la gente non mi da l’impressione viva una vita ricca , forse anche gli stenti li rendono comunque apparentemente meno abbienti.
Un’altra cosa che rende difficile la gente che capita qui’ e che (sia d’inverno che d’estate) tutto, tutto , tutto apre non prima delle 10 di mattina (negozi , chioschi , bar e persino ristoranti e bar degli hotel). Io lavoravo in cantiere e la ‘mensa aziendale’ ci ‘salvava’ (stendiamo un velo pietoso sulla qualita’ , l’appaltatore ci faceva sopra i soldi) , se per caso ti alzavi tardi e non facevi in tempo a fare colazione, ti aspettavano 3 ore di fame e sigarette (in cantiere tutti , tutti fumano). C’erano locali seminotturni (fino le 4 o le 6 del mattino) e locali ad orario continuato e’ comparso qualche anno fa (molto piu’ tardi della mia apparizione ‘in loco’ avvenuta ormai un decennio fa). Ma la cosa piu’ interessante e’ che (a dispetto di questa citta’ chiusa a saracinesca selvaggia) la gente va in giro tutta la notte (io c’ero d’estate ed autunno ma il mio connazionale disse che pure a primavera ed anche durante il gelido inverno le strade sono solcate dai viandanti).


Tornando al clima , l’estate fa evaporare tutto il ‘ghiaccio sciolto’ , ma il cielo non ha tempo di “piangere” , fa molto caldo , poche piogge e il clima e’ caldo secco. Si posson vedere delle cose spettacolari. Case in campagna (i “cottages” da villeggiatura per esprimermi meglio) su palafitte di piu’ metri , a doppio uso raggiungibili a primavera con la barca e di estate (qualche metro sotto) con la macchina. In una strada con il fondo di terra battuta (che altro non e’ che una insenatura della Lena primaverile), c’e’ una barca parcheggiata , il suo posto ridiventera’ appropriato in primavera in quanto sara’ ancorata.


Mi recai fuoriporta per accompagnare un compatriota ad una fabbrica di legname. Quantita’ enorme di foreste intorno , grande quantita’ di legname lasciato marcire, alcuni tronchi freschi (a forma di nave) vengono ‘esportati” in Finlandia (non mi chiedete come , dato che stiamo a quasi 10.000 Km dal regno di Santa Klaus). Vi e’ un sidegar senza il posto per il passeggero alla destra del guidatore. E’ stata tolta la “cabina del secondo pilota” , quella parte e’ stata adibita per l’ appropriazione indebita di legname (trasporto del). L’appropriazione indebita e’ una pratica , uno sport , un business molto in volga nei paesi del passato Socialismo Reale (quel passato che “partori” –purtroppo- questo sport).
Bisognava mettere a punto delle attrezzature per la lavorazione del legno. Una ditta Austriaca forni’ dei macchinari in proposito , poi come ebbe delle discordie con il committente , se ne ando’ , non potendo portar via indietro quei macchinari di dimensioni di svariate decine di metri quadri , almeno si tolse la soddisfazione di “non-insegnarne” il funzionamento (questo per dirla in parole povere). In fabbrica vi sono ritmi tuttaltro che Giapponesi. Ad un certo punto gli operai spariscono. Io cerco di far capire all’allibito tecnico specialista di provenienza Umbra, che sono andati alla pausa del the’ (ogni due ore). Poco dopo rispariscono , sono andati alla pausa della sigaretta (ogni mezz’ora). Che poi le relative pause si protraggono per quasi un’ora , questo e’ tutto un altro discorso. Viene in mente un modo di dire Russo : “Lavorammo , sputammo sangue , lavorammo per 10 minuti , poi in fretta e furia ci fumammo un paio di sigarette per un paio di orette !”. Mai come adesso , questo modo di dire ironico e’ cosi’ attuale !
Dopo pranzo la situazione diventa ingovernabile , operai brilli tentano di dissimulare il loro stato di ebrezza facendoci vedere (come se da noi dipendesse qualcosa) il loro spirito di abnegazione , viene fuori uno scenario goffo e patetico che fa sorridere. Un altro inciampa e cade e si rialza in piedi a malappena , un altro dorme. Un dialogo surreale col tecnico Italiano che non capisce se e’ capitato nel mondo dei sogni. Il dialogo viene scandito ogni 2-3 minuti da uno (il piu’ ubriaco di tutti) che mentre dorme sbadiglia emettendo un urlo da animale. A me viene ormai da ridere !
Il meglio e’ quando riferiamo sta cosa al direttore, il quale si mette a ridere e dice che non e’ detto che sian suoi dipendenti , in quanto ogni tanto viene gente estranea nella fabbrica (cosa insolita in Russia dove il regime di lasciapassare e’ usato anche per la piu’ insulsa delle aziende). Il wc e’ di legno , mi assicurano che non e’ un vaso di fiori, io lo so e mi adatto a fare pipi’ all’aperto, il tecnico non lo sapeva, entra nella cabina e subito dopo viene sospinto come se avesse avuto un colpo di tromba d’aria tipo Tornado o Bora di Trieste , o un magnete respingente. Guardo da lontano e mi vien da ridere.
Pranziamo in una mensa che non e’ certo una trattoria da segnalare alla guida Michelin (ma a chi si imbatte da queste parti che gli si puo’ consigliare ? Di cacciare i cervi o di diventare cannibale mangiando il proprio compagno di sventura ?!). Il Tecnico mi dice : “Mi immagino se mi vedesse mia moglie qui’ !” . Frase eloquentissima , l’ Umbria e’ il Giardino d’ Italia , per un Umbro abituato a mangiare agreste , gia’ trovarsi a Milano gli passa l’appetito.
Ciliegina sulla torta (ma non ce ne e’ abbastanza ?!) , vicino alla fabbrica (confinante) c’e’ un carcere. La gente sta li’ ammucchiata su montarozzi di legname (teoricamente dovrebbero lavorarlo , ma sono in troppi e cosi’ .... qualcuno/tutti riposano). Viene leggittimo il pensiero che siano anche loro ad intrufolarsi e bere con i nostri operai. In realta’ (son delinquenti abituali) sono inoffensivi (anche se alcuni di loro staran ‘dentro’ per omicidio) , -piu’ o meno consenzienti- le guardie li lasciano liberi a passeggiare per la frazione di campagna. Oddio , scusatemi ! Ho una amnesia ! Non so piu’ quali siano i criteri di definizione di ‘campagna’ (ma penso mi sia fatto capire). C’e’ comunque da aggiungere che la recinzione e’ un filo spinato come li troviamo nelle nostre vigne ! Il perche ? E dove scappi ?!
L’inverno come ho avuto modo di esprimere in cifre (che parlan da sole) l’aspetto metereologico e’ predominante; camminare un ora a meno 30 *C e’ sopportabile , camminare tra la neve non spazzata per giorni e giorni a meno 60*C e’ umanamente impossibile. Almeno che ami piu’ di ogni altra cosa e ad ogni costo la liberta’ e/o odi la vita o non temi di morire o per nulla al mondo vuoi le catene (pure a costo di perdere la vita). Non e’ inverno ? A primavera l’ orso ancora non e’ pronto a mangiare carne anche perche’ viene dal letargo , ma ci sono orsi “insonni” (l’orso-“biella” o orso vagante) che per qualche motivo non hanno fatto in tempo a mettersi a ‘letto’ , in Autunno e si e’ giocato il letargo, questo tipo di orsi e’ il piu’ affamato , incontrarli la prima meta’ dell’ anno e’ come dire : finire nel loro stomaco onnivoro. In autunno hanno una fame regolare di carne .
In Estate se non sono gli orsi a farti paura sono le zanzare che in sciami ti possono mangiare vivo.


A proposito di orsi , nella Capitale (Jakuta) vidi il cane piu’ grosso che abbia mai visto.
Lo tenevano in una gabbia per strada (gli appartamenti sono piccoli) , una volta lo vidi col padrone (alto 1,60 del peso di circa 50 Kg) , il cane avra’ pesato piu’ di 100 Kg e non so se era la paura ma mi e’ sembrato piu’ alto di me pure a quattro zampe (da qui’ la mia scherzosa ipotesi che la madre possa essersi fatta mettere incinta da un orso). Il cane-mostro (una versione maggiorata del Terranova) , un essere dal pelo biondo , mi ringhio’ , non so fosse stato peggio finire nel dirupio verso una canalizzazione a cielo aperto oppure tra le sue fauci. Miracolosamente ha giovato l’autorita’ (morale piu’ che fisica) del gracile padrone che lo persuase della mia non colpevolezza. Me la viddi veramente brutta.


I topi non ne ho visti (sembrano piu’ dritti degli esseri umani) , scarafaggi non saprei , se ci fossero. Per un mese mangiai molti polli , strano a quelle latitudini allevare i polli e far crescere patate e pomodori , le uova (al pari dei pomodori) sono molto pallide. Qui’ d’estate e’ praticatissima la villeggiatura nelle ‘dacie’ (come in tutta la Russia) ma qui’ e’ piu’ di ogni altra cosa ragion di vita.
Se una famiglia abita con un nonno , tutti i componenti vanno in ‘dacia’ (casa di campagna) fanno bere il nonno poi lo portano all’ospedale (medico consenziente) , il povero nonno vi rimane tre mesi , gli lasciano una montagna di ‘papiroska’ (sigarette col filtro vuoto per poterle fumare con i guanti d’ inverno) di modo che il nonno non maledica del tutto i suoi discendenti.
Cosi’ la famiglia incrementa il granaio con quel che cresce nelle ‘dacie’, la casa in citta’ la danno in affitto , con “buona pace” di tutti.
Una storia ben piu’ triste sono i senzatetto , se a Mosca e’ impossibile qui’ lo e’ al quadrato vivere per strada. Rimangono assiderati d’ Inverno e ‘raccolti’ in Primavera. Questi luoghi non conoscono pieta’ !


Dimenticavo di dire il perche’ dell’impossibilita’ di scappare da un carcere della Taiga. La natura e’ ancor piu’ ripetitiva di quella media Russa (pre-Taiga) , alberi un po’ meno grandi, ma sembra non finire mai. Come quando viaggi in treno per ore vedi questi alberi, quando voli in Siberia, per ore vedi solo alberi , mai un paese ! Da Jakutsk a Vladivostok (altre 3 ore di aereo ed altri 3 fusi orari verso il Giappone), per grandi lassi di tempo neanche vi sono i segnali radio (e la cosa comincia ad esser proibitiva per un pilota). I piloti che volano da queste parti sono al rango di piloti intercontinentali. Qui’ il cielo di autunno e di inverno fa paura, e’ bianco del tutto. A volte come s alza l’aereo nenche si vede la pista di asfalto. Altre volte ti sembra di volare in alto quando senti l’aereo che appoggia sulla terra (tanto era la nebbia).
Durante il bel tempo gli orizzonti son bellissimi e tendono all’infinito , data la latitudine il cielo e’ bassissimo.
Una cosa che colse impreparato pure me e’ il sentimento di ambivalenza tra un paesaggio familiare ed un paesaggio estraneo. Avete presente le foto su Marte (uscirono il 4 Luglio 1997 /120’ anniversario dell’Indipendenza degli Stati Uniti/ giusto un anno dopo il mio primo “sbarco”’ su Jakutsk e un mese prima del mio secondo sbarco).
Marte , in scala astronomica , ha un paesaggio familiarissimo , molto di piu’ di quella notte eterna che c’e’ sulla Luna (per via della mancanza di atmosfera , il Sole non tinge d’acquarello il cielo ma rimane un fortissimo lampione sullo sfondo di un cielo nero) ; ma Marte ... e’ un altro pianeta e tu lo sai.
Cosi’ qui’ a Jakutsk.
Quando sbarcai la prima volta , sentivo di trovarmi in un sito estraneo , non so se mi avessero teleportato senza dirmi dove , non so se avessi avuto la stessa sensazione , ma probabilente si, una bussola biologica a livello inconscio mi faceva il segnale che stavo molto a nord. Allo stesso tempo rimasi deluso di trovarmi in un paesaggio non del tutto nuovo. Un ibrido tra paesaggio “familiare” e ambiente totalmente sconosciuto.
Lavoravo come interprete per un tecnico di Brescia , degli impianti elettrici , uno stoico lavoratore molto esigente sul lavoro. Lavorai con lui anche nei cantieri di Mosca in seguito. Che ci fosse fronte lavorativo (Mosca) o che non ci fosse (Jakutsk in quanto i materiali arrivarono ormai quando ero in ri-partenza per Mosca) , sul cantiere e' sempre una guerra. Con lui lavorare non era semplice ma anche se (nel lavoro e nel tempo libero) discutevamo di politica e della questione del mezzogiorno (da posizioni divergenti -talvolta contrapposte) , eravamo amici al di sopra delle parti e soprattutoo alleati in eventuali dispute contro l' appaltatore , lui era (calcisticamente parlando) il Trapattoni della situazione ('i panni sporchi si lavano in famiglia' era di fatto la sua filosofia di lavoro). Fuori dal lavoro digerivamo questo mondo irreale della Jakutya talvolta ridendo quasi tutta la notte. Rimembro una volta che mi ero ubriacato di brutto ed il giorno dopo mi disse : Ehi Romano ! Oggi rimani a casa che se vai in cantiere ti fanno la fotografia !"
Quando ero piccolo mio padre mi faceva vedere la collezione (a sua volta raccolta in sua gioventu’) di cartoline litografate (non so se Russe o Italiane) e vi era impressa una immagine di vita quotidiana di un posto non meglio identificato della Siberia. Vendevano il latte congelato a forma di ruota da fuoristrada “Michelin” , come fosse una forma di parmigiano. Ecco, mi immaginavo di veder pascolare per strada qualche cervo (animale simpaticissimo grazioso ma anche .. appetitoso) , di veder gente pescare sotto il ghiaccio e cose del genere. Solo dopo aver considerato la familiarita’ del paesaggio , mi avvidi delle tubazioni sopra terra , le costruzioni a palafitta (tutti , tutti , tutti !).


La gente sembrava avere la mente che funzionasse in tutt’altro modo. I primi giorni ero sotto shock e mi pareva d’essere capitato in un altro pianeta. Come se mi avessero condannato per qualche delitto grave , un omicidio o lo spaccio di eroina , per cui mi ritrovavo in questa terra maledetta.
Al ritorno stavo su di un aereo a fusoliera stretta e facevo avanti ed indietro come un reduce del Vietnam (mi diedero 5 pranzi le hostess per farmi calmare !) , sentivo nella mente il sottofondo ed il narratore con la sua voce tragica del film : “Platoon”. Sbarcato a Mosca (che –anche se e’ una citta’ che adoro- un paradiso non e’) mi sentii in Brasile.
Al secondo sbarco, nel primo giorno di lavoro ero rintronatissimo, un altro Italiano commentava cosi’ : “Qui’ , uno , per trovarcisi a suo agio deve esserci nato !” . Frase semplice ma eloquentissima. In effetti , chi vive li’ si trova poi bene , alcuni hanno pure modo di essere allegri. Prova ne e’ che vanno in giro tutta la notte malgrado il non potersi rifocillare (d’inverno e a notte inoltrata) per effetto della ‘saracinesca ultraselvaggia’.
Ritrovai il mio venditore di cartoline si divertiva a contare le cartoline (o cio’ che vendeva) o a fare il conto al cliente , attraverso le filastrocche , una figura caratteristica, con i suoi forse 80 anni suonati , chissa’ se sta ancora li’, gli auguro di si e che sia cosi’ felice ! Cammino nella piazza e mi sento chiamare “Lekhaaaa !!!” Lekha altro non e’ che il diminutivo del diminutivo (Aliosha) di Aleksei. A chiamarmi per nome fu uno dei Moldovani conosciuti un anno prima, mi pareva di stare ai Castelli Romani ! Ero diventato un avezzo viaggiatore interplanetario !


Girare la sera non e’ per cuori deboli. Io ho anche provato l’esperienza del coltello puntato in gola (semplici borseggiatori), mi difesi allargando i gomiti e respingendo i due e poi facendoli scappare ma anche ... scappando.
Poi mi feci fare da un fabbro Lucano una spranga appuntita di ferro che mi portavo dietro dopo le 20 ! L’anno dopo eravamo diventati un gruppo di amici Italiani di vari subappaltatori del Costruttore (uno Svizzero di origine Albanese , budget gonfiati ai tempi di Elstin , i cantieri pieni di manovalanza Albanese , un popolo piuttosto difficile per quel che riguarda il lavorarci assieme). Gli Albanesi sono Mussulmani e come tali non mangiano la carne suina.
Ricordo una sera che dei Croati si misero a cuocere alla griglia nel campo edile della carne suina , per cui la sera ci fu una specie di rissa. L’odore della carne di maiale aveva sedotto le loro narici a dispetto del Corano. Io di solito sento molto la fame e penso che una cosa cosi’ sia sufficiente per toccare la nervatura. Altri due fratelli Croati (over 120 Kg) , mi raccontavano che in privato (da soli) la carne suina la mangiavano pure gli Albanesi malgrado la loro confessione Islamica.
Nella mia seconda “villeggiatura” a Jakutsk , dapprima stavo al campo edile della costruzione in centro , allogio e bagni in comune con altri 20-30-40 operai. Poi ci fu un Italiano (quello suddetto di Como –colui che proveniva dai ridossi della Svizzera) che doveva installare l’allarme antifurto ed antiincendio in un ospedale ai confini della citta’ , nel cantiere dove dovevamo lavorare c’era una baracca dove saremmo stati in due (un wc in due !) sguardo di intesa, “Ti serve un interprete ?” ed ecco la risposta che mi riempi’ il cuore di gioia : ”Si ! si ! mi serve un interprete fisso !”. Addio wc condiviso con 30 persone ! Diventammo (e lo siamo tuttora) amici. Con lui e gli altri Italiani , solevamo andare al centro della citta’ usufruendo dei pullman gratis (quelli di linea). Tutti quei pullman sono scarti di usufrutto , sono stati usati in altre citta “di prima classe” ed ora stanno li’ a portar la gente con gli ammortizzatori rotti. Noi dicevamo sempre : “Andiamo alle giostre ?”. Andavamo a volte apposta al centro della citta’ per poter saltare su quei pullman, a volte riuscivamo a sbattere la testa il tetto !
Circa la gente del luogo, sembra permalosa e rissosa. Per loro , ad esempio , una festa non e’ una festa se non c’e’ la rissa. Ricordo lo sguardo felice di un ragazzo che aveva la camicia strappata ed il volto sanguinante , si sbrigava ad andare in piazza a mostrare le sue ‘ferite di battaglia’. La donna di un nostro amico Friulano , tempo addietro aveva perso il marito , ucciso da .. 50 colpi di coltello (manco a Giulio Cesare !...).


La prima volta tornando da Jakutsk conobbi 4 Montenegrini (la razza piu’ grossa d’ Europa). Io con i miei ex 96 Kg , li’ diventati 88 Kg ed il mio 1,70 , (solo un anno dopo superai i 100 senza quasi mai piu’ varcare a ritroso la soglia del quintale , ma avevo gia’ l’eta’ di Cristo) ero il piu’ piccolo di loro . Uno era 1,85 peso 90 Kg falso magro, un altro 185 peso 120 Kg minimo , aveva due occhi pesti , (pare fu pestato da 25 abitanti indigeni !) , un altro 2,10 per circa 110 Kg , falso magro e volto da Belzebu’ , infine il piu’ grosso di tutti avra’ avuto 50 di piede, 2 metri e 20 e pesava 150 Kg minimo ! Vicino a loro io ero un pigmeo !
Questo per dire che solo cosi’ (e a volte non bastava) si puo’ andare tranquilli da quelle parti ! Tra le altre cose anche a Mosca mi diedero una mano. Atterrato all’aeroporto , un tassinaro voleva propormi una tariffa bassa , li per li accettai , poi ci ripensai, ma lui ormai si era messo in mente di portarmi in citta’. Il problema era che (e Mosca era molto piu’ criminale di adesso) con la scusa di ‘adescarmi’ con la tariffa bassa , mi avrebbe svaligiato (chiaramente non senza l’aiuto dei suoi ‘compari’). Se son riuscito a mandarlo a quel paese era anche perche’ i miei amici Montenegrini mi avevano dato una mano.


Una cosa e’ certa ! La Jakutya non e’ Parigi , ma andar li’ ti allarga i parametri mentali molto di piu’ di quanto non lo faccia la capitale Francese. Insomma ... dovendo scegliere ... opterei per Parigi , ma pure essere mandato ... a quel paese (Jakutya) non mi e’ dispiaciuto affatto.
Noi costruimmo un edificio diviso in tre parti. L’Hotel President , il Centro Commerciale e l’Esposizione di Diamanti , poi , fuoriporta ci accingemmo a costruire anche un ospedale di prima classe.
L’Hotel ha dentro delle piscine , spesso parte imprescindibile della Sauna , ma sentir parlare di “piscina” al quarto piano di un palazzo in una citta’ che di Inverno fa 60 gradi sotto zero fa un certo effetto.
Il bello e’ che vi sono anche turisti (al di fuori dei Trackjingisti) in cerca di emozioni forti che attraversano la Russia in macchina dalla Germania al Giappone o all’ Alaska) , o che pagano tanto di bilglietto aereo (1.000 dollari o forse di piu’ per un viaggio in ‘Jumbo’) e passano -da turisti- dei giorni in un albergo , anche di inverno , in una zona che –apparentemente- non ha quasi niente tranne il freddo.
Si captano delle cose insondabili , impalpabili, inenarrabili. Io pure (pur essendo stato li’ per lavoro , con vitto, alloggio, biglietto pagati) sentii una percepibilie metafisica soddisfazione.
Soddisfzione retroattiva ma neanche troppo. Li’ ad esempio , conobbi la seduzione della carne di cervo artico.
Le donne pure sono da paradiso terrestre , specie quelle a sangue misto. Lo zigomo alto la statura e la lunghezza delle gambe tipiche delle Russe piu’ quell’occhio a mandorla (o soprattutto –trattandosi di fusioni di razze- ‘tendente a mandorla’ che era ancor meglio !) per noi tanto esotico. I nostri due amici del Triveneto asserivano che da quelle parti , le donne in difesa dal freddo si cercavano l’uomo per scaldarsi.


Gli ascensori di notte non funzionavano ed il Sabato e la Domenica , ‘dormivano’ fino alle 10 di mattina. Il netturbino poteva di nascosto ramazzare i rifiuti sin sotto il basamento delle palafitte per evitare inutili trasporti. Questa era la realta’ che ti si trovava intorno.
Come nelle scale dell’appartamento dove vivevo , con lo spray che serviva per tracciare le condutture elettriche nel cantiere (gentilmente elargito dal mio datore di lavoro che era di maniere sibilline ma in realta' un buono -e di questo me ne accorsi soprattutto negli anni a venire quando mi feci passare le tossine dalla vita di cantiere-) volli lasciare il segno della Lazio , e cosi' , tra le tante scitte ‘extraterrestri’ , lasciai la scritta a caratteri cubitali : “Grupporock” (mio gruppo di appartenenza della Curva Nord della Lazio) , cosi’ lasciai traccia (fotografica) una sorta di testimonianza, andandomi a ‘battezzare’ nella Lena.
Anni prima, trovandomi tra la Repubblica Autonoma di Mari-El e la Repubblica Autonoma del Tatarstan, mi trovai nel Volga , e mi ci volli immergere completamente (Volga e’ fiume che incarna la Russia).
Cosi’ mi immersi completamente nella Lena (fiume che incarna la Jakutya). A Primavera, questo fiume lo avrei incontrato quasi a ridosso della citta’. Un attimo ! La Lena passa pure per Jakutsk (quel settore fluviale e’ stato adibito a Porto ed e’ impensabile farsi il bagno nella nafta), andai un po’ piu’ “a monte” (presumibilmente a sud della citta’ in quanto la Lena scorre verso nord per andare a sfociare nell’ Oceano Glacelae Artico) e li con la macchina dovemmo viaggiare un po’. Il paesaggio era sublime. Mi immersi, sembrava di andare subito a fondo , la riva e’ molle e scoscesa, se non stai attento vieni attirato nel centro del fiume ! Mi fotografai con la maglia della Lazio. Grupporock ! Presente ! Sbarcati pure qui’ in questo “Pianeta-Jakutya” , trasferta interplanetaria !


Quale la loro origine etnologica ? Qui’ si deve fare per convenzione, poiche’ in questa regione ci sono cosi’ tante popolazioni (in gran parte di origine Asiatica), mentre a nord (Tundra e poi Circolo Polare Artico) ci sono i Ciukcy. Maggiornaza relativa quasi a parimerito con i Russi sono gli Jakuty. E’ un popolo poco incline al bere ed infatti reggono l’alcool molto meno dei Russi. Questo non per motivi religiosi, essi non sono Musulmani come molti popoli somaticamente a loro simili, furono “globalizzati” dall ‘Homo Sovieticus’ prima e dalla Religione Ortodossa nel frattempo e poi (ed anche ancor prima , durante la Russia Zarista).
In realta’ , il popolo che ha dato il nome alla regione (Jakutya) e’ comparso relativamente di recente. Spostamenti di Jakuty venivano effettuati dal sud lungo la valle fluviale della Lena. Dal momento della venuta dei Russi , nel primo terzo del XVII secolo, raramente gia’ si potevano incontrare degli insediamenti di Jakuti anche a nord e a nord-ovest della regione. Durante il processo di rendere vivibile la regione della Tundra e della Taiga, gli Jakuty si sono mescolati con i Tungusi , gli Jukagiri e gli Eveni ed hanno imparato con gli abitanti indigeni a sfruttare le ricchezze della natura.
Al contempo gli Jakuti conservarono una specifica cultura di allevamento venuta fuori dalle steppe del sud della Siberia. Il timore reverenziale per il cavallo , l’allevamento dei bovini ed alcuni aspetti della vita quotidiana (la preparazione del Kumys –latte di cavalla- , una particolare compilazione della sella da cavallo , finimenti e recipienti in pelle) la dicono lunga della parentela degli Jakuty con popolazioni del gruppo linguistico dei Tyurchi della Siberia e dell’ Altay.
La lingua Jakuta, per i suoi fondamenti lessico-fonetici e per la struttura grammaticale viene accostata alla parlata Tyurca arcaica.
Nel primo terzo del XVII secolo , in questo vastissimo territorio , vivevano alcuni gruppi di Jakuti. I piu’ numerosi erano gli Jakuty ‘Amgino-Lenskiy’ e gli Jakuti ‘Vilyuskiy’, stanziati nelle regioni centrali. Alla fine del XVII secolo, la quantita’ di abitanti in questa regione era di circa 28.000 (circa 15 volte di meno rispetto ad oggi). Allargandosi su territori sempre piu’ vasti , gli Jakuti continuarono a dedicarsi all’allevamento di cavalli ed altro bestiame. Il cavallo Jakuto e’ forte e dal pelo folto, capace di procurarsi cibo con i porpri zoccoli negli inverni freddi e poco nevosi, dividendo con gli arti il cibo dalla neve. Gradualmente questi cavalli finirono a nord-est e nella Kamchatka. Vityus Bering per la sua prima spedizione della Kamcatka, uso’ 60.000 cavalli Jakuty.


Circa la religione , qui’ provi piu’ che mai un senso ibrido. Loro sono (e son orgogliosi di essere) Cristiani Orotdossi (strano a dirsi vedendo i loro tratti somatici), ma in origine qui’ , vi erano molti culti -per convenzione- inappropriatamente definiti ‘Sciamani’, una religione che non ha niente a che vedere con le religioni con le quali abbiamo a che fare noi in Europa. Mi ricordo che mi feci male ad un piede e la nonnetta di cui ero affittuario (aveva sui 70 anni , anche se loro tendono ad invecchiare un po piu’ in fretta a livello somatico) voleva curarmi in modo “tradizionale” , massaggio’ il piede , vi sputo’ sopra (benevolmente, s’intende) , disse qualche parola di rito, il male al piede mi passo’ ... non subito. Quel mio amico connazionale (per cui traducevo al ‘primo sbarco’) era presente e si mise subito a ridere (penso che anche oggi -a distanza di 12 ann-) si mettera' a ridere a ricordarselo) , cosi' che lo racconto' agli altri due nostri amici nostri idraulici ‘Triveneti’ (il Veneto un ex-extraparlamentare ora ‘filo-leghista’, il Friulano un ex-freak) , e anche loro stanno ancora ridendo.
Lo Sciamanesimo propriamente detto e’ una religione analoga a quella degli Indiani d’ America. Quando lo stretto di Bering era terra asciutta c’era viavai tra questi due posti , migrazioni continue. Il Mare annulla i confini delle distanze.
Questo discorso vale pero’ soprattutto per l’ Oceano Atlantico , dove (ad esempio) Portogallo e Brasile (pure a livello pure musicale) sono vicine come Milano e Piacenza. Portogallo e Brasile hanno un filo diretto a due direzioni , musicanti , lingua, religione, calciatori etc.
Il Capoeira e’ musica sublime degli ‘Amerindi’ Brasiliani, nata per combattere il colonizzatore Portoghese, una forma di lotta iperacrobatica a ritmo di musica (adottata poi da quelli di origine ‘Afro’ e recentemente –per ‘vezzo esotico’ da quelli di origine ‘Europea’). Questo fenomeno folkloristico non e’ comunque un voler spezzare il ‘Ponte sull’Atlantico’, ma quelli di origine Europea altro non fecero che invertire i vettori di detto ponte (la ‘reinversione’ e’ l’adottamento del Portoghese a tale musica).
Torniamo alla differenzazione degli oceani.
L’Oceano Glaceale Artico , no ! e’ impraticabile. O c’e’ il ‘ponte di ghiaccio o (essendo l’acqua poco navigabile) c’e’ la barriera.
Tra le altre cose l’Oceano Pacifico (a dispetto delle memorie di Magellano) e’ molto piu’ violento di quello Atlantico (che assomiglia all’ Autostrada ‘Torino-Piacenza’). Infatti, a Sakhalin il mare e’ grigio gia’ a Settembre e non stamo mica tanto a Nord !
Un mio amico Italiano di Mosca , specializzato ai trasporti navali, mi disse che delle navi (a cavallo di Agosto-Settembre) non poteron essere scaricate per circa quattro mesi a causa del maltempo. Che privilegiati noi del Mediterraneo (ma anche loro del Mar Nero !).


Ma torniamo nella nostra Taiga.
Forse questo stretto di Bering (ex terra asciutta) inganna quando si inizia a parlare di religione.
Alle origini ‘Skifo-Hunny” nell’etnogenesi degli Jakuty, in seguito si sviluppo’ in due direzioni. La primo arbitrariamente chiamata “Occidentale” o “Siberiano-Merdidionale”. Alla base vi erano origini venute fuori dall’influenza dell’etnocultura Indoiraniana. La seconda, chiamata arbitrariamente “Orientale” o “Centro-Asiatica”, e’ rappresentata da molti paralleli della cultura Jakuto-Hunny. La popolazione Hunna si manifestava come aborigena della cultura Centro-Asiatica. Questa tradizione “Centro-Asiatica” e’ curata nell’antropologia degli Jakuty e nelle rappresentazioni religiose, legate alla festa del ‘Kumys’ di “JJYA” e nei residui del culto di “Neba-Tanara”.


Uno dei loro culti, e’ per il Sole con tre Zampe. Il Sole invernale basso all’orizzonte che viene sorretto dalla forza del desiderio di non farlo tramontare.
A Jakutsk d’inverno si ha il buio quasi completo per 24 ore (siamo al 65’ parallelo), fa feddo , ed e’ trasparente la spasmodica attesa del nostro genitore comune –‘Elio’.
Cosi’ anche l’emblema della Repubblica di Sakha e’ un sole Pallido in un cielo blu sporco. Un attimo di attenzione ! Il colore Bianco del Sole non deve ingannare per la Luna. Chi ha feddo non invoca la Luna e poi la Luna cosi’ tonda , grossa e anche un po’ giallognola , all’occorrenza, la vediamo nei cieli del Mezzogiorno. Di contro, il Sole e’ pallido e anche un po’ piccolo. Dal nord gli Astri ci appaiono piu’ piccoli ed il Cielo e’ piu’ sterile. Il Sole e’ Pallido e la Luna (e/o le Stelle) che appare in Cielo e’ una cosa persa nella memoria dei tempi e dei popoli. Torniamo alla Bandiera Jakuta.
Sotto il Cielo seguono tre esili strisce orizzontali : in basso il Bianco (molto probabilmente la neve) , poi il Rosso (forse la terra) ed infine il Verde (presumibilmente il prato).


Ma per rendersi conto dei culti del luogo non bisogna fermarsi alla apparenze. I Culti “Pre-Tyurchi” si manifestano nella mitologia e nel culto di “Ayjj”.
A capo delle divinita’ “Ayjj” c’e “Urun Aar-Toyon” (Palazzo Sacro Divino Bianco).
Questi sacerdoti “Sciamani Bianchi” , sono a servizio di “Ahura-Mazda”, portano vestiti bianchi e durante le preghiere usano i rami di betulla, come i sacerdoti “Barezmoy” usano un fascio di ramoscelli piccoli. Gli Jakuti nel loro “inizio” mitologico , erano legati alla Divinita’ di “Ayjj”, per questo in epica essi vengon definiti: “Ayjj Aymaha” (letteralmente : “Creazione della Divinita’ di Ayjj”). A parte questo , le denominazioni ed i termini fondamentali, legati al culto di “Ayjj” ed alla mitologia, hanno dei paralleli indoiraniani.


Nel Mezzo della Siberia Orientale

Lena - Fiume che si allarga fino a 10 Km

Jakutsk - 1/4 della Popolazione in Jakutiya

Un Mare di Boschi e dal Carcere non Evadi

Primavera Allaga Estate Secca

Tubi sopra Terra contro il Gelo Eterno

Ecco cosa ti tiran su a -60

Palazzi Belli Brutti e Orrendi

Non rimane altro che fare Pasquinate

Coraggio Fratello ...

Finche' c'e' Sole c'e speranza



Pubblicato su DIALETTICA TRA CULTURE Anno V n. 13 - 2007 Agosto - Direttore Antonio Scatamacchia



Foto di Sfondo dal Titolo : "Cielo su Pianeta Jakutsk"

scattata dal mio Amico di Como - Ruggero Caspani

allorquando lavorammo assieme nel 1997 in quel di Siberia



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