Giardino Tribale e Vettore Esotico




Una mia amica del Brasile mi ha invitato a vedere un 'balletto-lotta', era la lotta di difesa, degli Indigeni contro l'invasore Portoghese, ballata al ritmo del battito delle mani e di strofe ripetute ossessivamente. Ora son passati secoli, i Portoghesi son diventati Brasiliani, la Razza Afro e Indio, hanno assimilato la lingua e la religione dei conquistatori, i Bianchi hanno assunto tutte quelle caratteristiche tipiche dell'uomo tribale, lo si vede molto nella musica. Qui' non si parla neanche di matrimoni misti etc. Il tutto in un pittoresco guazzabuglio di idee, e di cromosomi. In un paese simile, un vero e proprio nazionalismo, razzismo o nazsmo non ci sara' mai per fortuna. Malgrado problemi e poverta', restera' sempre un giardino di gente disincantata che pensa a sorridere e a ballare.
Ci sara' (tipico nell'America Latina) sempre una struttura a piramide modello 'Sudamericano', quello si'. Una esigua parte di ricchi e privilegiati, una classe politica corrotta, dai quali occhi trapela (l'ho visto) che se ne impipano dei mendicanti erranti per il paese. Poi c'e' un esteso sottobossco di senzatetto etc. Chiaro che ho un po' esagerato, c'e' sempre la classe media ed altre classi intermedie.
I ricchi finiscono per esser soprattutto tra i bianchi, i meno abbienti tra gli afro-indio. Pero' non vedo le premesse per un popolo fascista come ce ne possono essere in Europa. Il paese puo' (anzi, spesso e') fascista, ma non lo e' il popolo.
Di fatto, il popolo Brasiliano ha la percezione audio-tattile, tipico di una psicologia tribale, l'opposto del pragmatismo occidentale. Si dice con l'era elettronica, il mondo si sta re-tribalizzando, ed e' per questo (forse) che questa musica Brasiliana si e' sparsa in tutto il mondo come pochissime cose. Il Rock e qualche altra cosa ha avuto espansione globale maggiore.
Questa danza e' una cosa simpatica, spettacolare e … pericolosa. Fanno giravolte e simili, basta sbagliare di un millimetro o di un secondo e un cranio puo' quasi mettersi a volare. Il ritmo e' scandito dal battito delle mani del pubblico, qualcuno canta.
Fa effetto vedere ragazzi distanti 20.000 km dalla terra natia di questa musica, danzarla con tanta disinvoltura. Un po' e' cio' che chiamerei l' 'Effetto-Squotter'. In particolare c'era un ragazzo biondo ed occhi azzurri di tigre, era colui che piu' di tutti incarnava il momento. Per fare queste danze bisogna assimilare bene la cultura e la lingua Brasiliana, nonche' la loro Religione.


Un'altra cosa che mi e' venuta in mente e' che c'e' sempre un nord ed un sud nel mondo. Non e' cosa campanilistica, son vettori di tendenza. Non so come questo vettore si comporti nell'emisfero Australe pieno di terre e genti troppo diverse da noi, con un continenete e mezzo che non puo' fare statistica.
L'originario del sud che sale e tende a stare al nord, e' un tipo pragmatico. 'Milano' e' qualcosa di piu' (o di meno) di una citta', una sorta di NewYork nello stivale … forse. 'Napoli' e' qualcosa oltre il Vesuvio e la Grotta Azzurra. 'Napoli' e' un sistema di vita adottato. Molta gente del Nord parla con un dialetto 'similnapoletano'. Non saprei come spiegarmi, ma e' uno stereotipo ben preciso di persona. Cromosomi del nord, ma tendenza caratteriale del sud (o influssi sinistrorsi).
Traslato nel mondo, la lingua dei 'Settentrionali a Vettore Esotico' potrebbe essere lo Spagnolo o il Portoghese.
Posso benissimo immaginarmi, un Inglese, uno Svedese, un Italiano, nato tra le fabbriche, che lascia tutto e tutti e se ne va in mezzo alle foreste amazzoniche e trova se stesso, una donna ed un equilibrio, un ecosistema. Queste sensazioni trapelavano -ad esempio- dallo sguardo di un 'Ragazzo dagli Occhi di Tigre'.


In questa lotta-danza, si lasciava quasi andare, ed era ad un millimetro dal passare lo steccato del mimo. Aveva collane ed amuleti, mastica e canta la lingua in modo grandioso, ha trovato (a differenza di me) una ragion di vita.
Uno cosi' puo' benissimo difendersi da un'orda xenofoba. Costui ha trovato se stesso.
Stando dentro il posto chiuso, mi accorgo di come sale l'adrenalina collettiva, non per demistificare, ma capisco che la violenza degli stadi nasce non dalla nascita del calcio, ma da quando la gente ha inventato il ritmo ed il battito delle mani ed i cori. Una sincronizzazione degna di un orologio Svizzero, il ritmo ossessivo, il battito di mani ed ecco che un'azione fatta in una situazione normale (tipo lanciare una bottiglia) e' una azione fatta male, in quel contesto, la stessa azione assume le sembianze di una cosa normale.
Me ne accorgo che quando vedo che (uscito assieme ad una mia amica) continuo a canticchiare e capisco l'effetto ipnotico della danza. Analogamente quando la domenica tornavo dalla Curva Nord, imbottito di erba e battiti di mani. La cosa mi era piaciuta moltissimo ed ha ispirato molte riflessioni, alcune delle quali me ne ricordo e le ho espletate qui'.


Pubblicato su DIALETTICA TRA CULTURE Anno II n. 6 - 2004 Marzo - Direttore Antonio Scatamacchia


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